sabato 26 dicembre 2020

                                              



                                  La funzione dell’Uomo nell’Universo





   Molto di frequente, in sede di conversazioni o di confronti o di semplici discussioni, mi capita di imbattermi in questa affermazione da parte dei diversi interlocutori:  “ Se non ci fosse l’uomo nell’universo, sarebbe tutto perfetto e in armonia,  perché la natura sa come creare tale armonia e senza l’uomo che la disturba costantemente con le sue azioni questa sarebbe perfetta e indisturbata in eterno. Perché l’uomo è malvagio ed egoista e vuole distruggere e impossessarsi di tutto credendosi il padrone”.


Già solo rileggendo questa descrizione si percepisce che c’è qualcosa che non torna. 

 

Intanto: L’uomo, come tutto d’altronde, è un prodotto della natura. Quindi la domanda è: come può la natura creare qualcosa di autodistruttivo? Cioè essere distruttiva nei confronti di se stessa?

Il fatto che l’uomo risulti essere nella maggior parte dei casi distruttivo, aggressivo, perturbatore, a uno sguardo superficiale può risultare vero.  Ma alla luce del fatto che la natura, madre terra, la grande madre, chiamiamola come vogliamo non può avere tendenze autodistruttive, in quanto principio di creazione, verosimilmente, il ruolo dell’uomo è dissimile da quello che comunemente si crede. Qual è, allora, questo ruolo? Che ci fa un essere così scostante, insulso, informe all’in - terno di un insieme così perfetto? 

Approfondiamo lo sguardo, aguzziamo la vista e guardiamo, osserviamo il flusso. 


Inizia la danza che non ha inizio. Il flusso, il fluire costante della creazione.

L’emissione, lo scorrimento, che continua e continua da sempre e per sempre, incessante e perenne.

Il suo ininterrotto fluire è eterno e perpetuo: è così e non può essere altrimenti.  

 

Nella sua natura vi è eseguire sequenze, danzare, oscillare, ritmare. 

Un succedersi incessante e persistente che nel continuo manifestarsi e muoversi consegue energia, vigore e vitalità. 

Cosicchè tale movimento, nel suo eterno avvicendarsi diviene un tutt’uno, tanto che a un certo livello non ci saranno più spazi vuoti intermedi. Il suo movimento si stabilizza, si rinsalda e consolida, e quindi, nei suoi piani più interni assume l’aspetto di “materia”, acquista, cioè, la sembianza, l’apparenza da noi percepita, della durezza, della compattezza, della solidità. Una struttura con un assetto preciso, un sistema chiuso e isolato che si auto-processa ripetendo all’infinito il suo movimento. 

In questa fase, cioè nello stato di” materia” tale energia/etere/prana/qi/ forza vitale/anima, ecc. o come la si voglia definire, svela una pluralità molto complessa di forme che si determinano, nelle loro vaste  particolarità, su basi biologiche, genetiche, chimiche, fisiche, ma che perdurano sempre in collegamento con il flusso, la cui intensità , ampiezza ,frequenza, potenza definisce anche in massima parte le caratteristiche che una determinata forma/essere vivente,  assume nella sua manifestazione. Qui vi è l’assoluto assoggettamento alle cosiddette “leggi della natura”: gli uccelli non potranno fare altro che volare, le stagioni non potranno fare altro che susseguirsi, i pesci altro che nuotare. L’unica variazione sui diversi temi è data da necessità evolutive e di adattamento, che di fatto generano modifiche, ma non così tanto rilevanti da determinare un cambiamento anche nel movimento e nel suo fluire. 

Da ciò si può dedurre che tutto, nella materia, possiede i presupposti per rimanere simile a sé stessa.  I cambiamenti sono sempre minimi e trascurabili e sempre funzionali al miglior andamento del sistema, il quale continuerà a manifestarsi sempre attraverso gli stessi algoritmi, quindi ogni forma sarà sempre uguale a sè stessa. Ma una creazione, degna di questo nome, necessita di un impulso, di una esortazione al cambiamento.

 

Immaginiamolo un mondo simile. Simile al meccanismo di un orologio, con la sola differenza che il flusso si autocorregge, si perfeziona, si ritocca, quando, per una qualsiasi ragione, si rende necessario un aggiustamento, una riparazione.

Quindi, gli uccelli voleranno ab-aeterno, e così anche i pesci che nuoteranno per l’eternità (a parte qualche piccola variazione).  Il vento soffierà, gli alberi saranno sempre saldi e le loro foglie sempre cadranno in autunno. Così nei secoli dei secoli.

 

Ma una creazione, degna di questo nome, necessita di un impulso, di una spinta, di un input a qualcosa di nuovo, altrimenti non sarebbe “creazione” ma semplice “meccanismo”.

 

L'etimologia della parola creare è da ricondursi alla radice sanscrita kar- = fare, infatti, sempre in sanscrito, kar-tr è il creatore cioè "colui che fa dal nulla". Ritroviamo una simile radice nello zendo in cui kere fare e nel greco in cui κραίνω (kraino) significa fare, compiere, realizzare. La stessa etimologia vale per parole che derivano da creare, come creatore, creatività, creazione, creatura, etc...

 

Il principio di creazione è fuori dal flusso, poichè questo ne è un suo prodotto. La sua è di fatto un’attività insieme di “ideazione” e di “azione”. Esso, per sua natura non sopporta la ripetitività e tutto ciò che si reitera sempre uguale a sé stesso, in una ripetizione costante, perchè questo è nella sua natura, altrimenti non svolgerebbe la sua funzione.  A questo punto, osservando il comportamento dell’uomo si può ipotizzare che tale funzione è propria dell’UMANITA’, intesa in senso aggettivale cioè quale caratteristica che si esplica esclusivamente nell’ente Uomo.

 

Ecco quindi che l’uomo, in quanto funzione di creazione non appare nella materia con programmi già fissi e determinati. Esso è dotato esclusivamente di una fonte di energia, una semplice fiammella di umanità e questa gli sarà sufficiente per svolgere il suo compito. Non gli sono stati inseriti schemi rigidi, limitanti e determinati, se non il minimo essenziale utile alla sopravvivenza. 

Molto esemplificativa, in questo senso è la “Oratio de ominis dignitate “: “Orazione sulla dignità dell’uomo”  di  Pico della Mirandola:

 

Qui è Dio Creatore (quindi il simbolo del principio di creazione) che parla e che spiega all’Uomo-

Adamo perché ha scelto di plasmarlo con quelle determinate caratteristiche:

 

cit. «Non ti ho dato, Adamo, né un posto determinato, né un aspetto tuo proprio, né alcuna prerogativa tua, perché quel posto, quell'aspetto, quelle prerogative che tu desidererai, tutto appunto, secondo il tuo voto e il tuo consiglio, ottenga e conservi. La natura determinata degli altri è contenuta entro leggi da me prescritte. Tu te la determinerai, da nessuna barriera costretto, secondo il tuo arbitrio, alla cui potestà ti consegnai. Ti posi nel mezzo del mondo, perché di là tu meglio scorgessi tutto ciò che è nel mondo. Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che tu avessi prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori, che sono i bruti; tu potrai rigenerarti, secondo il tuo volere, nelle cose superiori che sono divine». 

 

Una grande dose di libero arbitrio è necessaria per poter creare secondo il processo di ideazione, prima, e di azione, dopo.

 L’azione della creazione non può esplicarsi all’interno di un sistema rigido e determinato ed ecco che l’uomo esplica tale funzione.

Possiamo quindi affermare, senza ombra di dubbio, che senza la presenza dell’uomo il mondo sarebbe stato costantemente, nell’eternità sempre uguale a sé stesso, ripetitivo e monotono e quindi assolutamente privo di senso. Nessuna variazione, nessun perturbamento, mai nessun cambiamento. Un eterno fluire uniforme, regolare perfettamente in equilibrio, indisturbato. Ma è proprio quell’ apporto perturbativo, che può risultare a volte caotico e confuso, a volte eccitato o sconvolto, irrequieto o furioso che fa si che si provochino opere nuove, nuovi enti, nuove realtà e nuovi contenuti, tale che l’eterna danza della creazione possa sempre avere luogo in una sempre stupefacente celebrazione di sè stessa.

 

sabato 26 ottobre 2013



                   Segue…..



Insomma, tutto è congegnato in modo tale da far funzionare la nostra mente al minimo di sopravvivenza altrimenti troppo grande sarebbe il rischio di farci scoprire l'enorme potere che siamo o che abbiamo.

Il ragionamento è molto semplice.
Se veniamo indotti a credere che il mondo è sostanzialmente"duale"  (esistono solo cose e il loro contrario) immediatamente si aziona un meccanismo di inevitabile "INSTUPIDIMENTO" dovuto alla visione estremamente semplificata/semplicistica di tali cose e reagiamo (come il povero cane di Pavlov) a uno stimolo, oppure al suo opposto, vediamo, cioè, solo due cose anzichè migliaia/milioni/infinite.

Ma di tutto il mondo intermendio che cosa ne abbiamo fatto?
Di tutte le infinite gradazioni di grigio che intercorrono tra il bianco e il nero e  che rendono il mondo tanto meraviglioso,  affascinante, magico, costantemente mutevole  che inducono al gioco, alla creazione, allo scambio, alla combinazione ecc. ecc. non ne vi è più neanche l'ombra.

Il lavoro di rincoglionimento è stato esteso, costante, invasivo, perpetuo.
Basato su una struttura gerarchica ( per meglio darci l'illusione di una possibile struttura della creazione) parte dall'idea di un Dio di base a cui si contrappone un altro Dio di base (cioè il demone, demonio, Satana, ecc. ecc.) ed ecco il dualismo FONDAMENTALE creato ad-hoc.

Se alla base vi è il "duale" viene da se che tutto ciò che ne deriva dovra' essere necessariamente duale:
  creato/ non-creato
  vivente/non-vivente
  determinismo/ non-determinismo ecc.
E' interessante notare come le coppie di opposti scorrono in ordine decrescente, secondo un modello mentale verticale dal più ampio al più particolareggiato.

Il lavaggio del cervello è così servito.
Il programma/ virus attivato.
Andrà avanti nei secoli dei secoli.

L'obiezione più comune a questo tipo di ragionamento consiste nel sostenere che :" sì, vi sono gli opposti, ma è nella continua interazione/scambio tra  questi che si crea tutto il resto".
Alt, fermi tutti, ma come  è possibile far interagire tra loro due cose  che sono "ontologicamente" agli antipodi, opposti, sostanzialmente inconciliabili???
E dico: " sostanzialmente".



mercoledì 23 ottobre 2013

DEL MOLTEPLICE e del DUALE

     

Ho riflettuto a lungo sulla "dualità".
        Considerata una
 delle categorie fondamentali sulle quali fondiamo il nostro umano interpretare il mondo.
Ne ho dedotto che che è pura "finzione".
    MI spiego.
         
Da piu parti si è sempre detto che senza una cosa e il suo contrario il mondo non esisterebbe:
     - senza bianco non ci sarebbe nero ( e viceversa)
     - senza bene non ci sarebbe male  ( e viceversa)
     - senza bello non ci sarebbe brutto ( e viceversa)  e via dicendo …all'infinito…
( Il modello grafico che di solito viene usato a meglio descrivere queste immagini è quello del Tao)

Ritengo che guardare al mondo da questa prospettiva sia una semplificazione/riduzione/detrazione e che quindi si parli di dualità quando vi è un eccesso di semplificazione della MOLTEPLICITA'.

Mi spiego meglio.

All'origine non vi è il DUE ma L'UNO.  Al nostro sguardo L'uno assume immediatamente l'aspetto del MOLTEPLICE.
Es: quando da bambini si guardava al mondo NON lo si vedeva secondo le coppie di opposti precedentemente elencate, ma si vedeva il mondo come un grande contenitore di un'INFINITA'(molte) di cose sempre da scoprire.
Ed eccoci di nuovo ai codici/virus  consapevolmente inseriti nel nostro sistema/mente per indurci a interpretare il mondo secondo un modello ben preciso che possa creare contrapposizione, controversia, lotta, conflitto. Cosa meglio di una visione dualistica che fa sì che il pensiero si possa raccogliere sempre intorno a due soli nuclei fondamentali e limitandosi poi a questi creare così una condizione di contrasto e discordia  strutturali?

Questa è la ragione per cui il mondo è considerato, nella mentalità comune come un luogo di lotta perenne. Questo programma volutamente inserito, tramite le solite metodologie dell'educazione, della scuola, della religione, del lavoro ecc. si è talmente radicalizzato e insinuato nel nostro sistema mentale che abbiamo finito per "dualizzare" e quindi contrapporre qualsiasi cosa: io-tu, noi-voi, amore-odio, giovinezza-vecchiaia, buoni-cattivi, mio-tuo, utile-inutile,  e chi più ne ha più ne metta.

Tanto è diventato devastante questo sistema di lettura del mondo che ha fatto si che noi potessimo pensare solo attraverso  un "sistema binario" che ha sostituito, così, il naturale funzionamento "olografico" della mente ( capacità di cogliere il  molteplice nell'uno e l'uno nel molteplice).
Quando la nostra mente funziona in modalità olografica riusciamo ad avere, senza alcuno sforzo una visione d'insieme, che ci consente di osservare tutti gli aspetti ( nessuno escluso) della realtà e quindi avere una conoscenza più dettagliata e approfondita.
Quando la mente funziona in  modalità duale conosce solo "due" aspetti contrapposti del reale e reagisce ( a seconda degli stimoli ricevuti) a uno dei due.
       SEGUE…...
   

sabato 19 ottobre 2013

                                 DeLL'ARMONIA o del sublime incastro perfetto.


Siamo immersi in un continuo e costante flusso energetico in movimento.

"Noi" siamo esso, quindi abbiamo una continua e costante connessione. Il flusso è circolare, non ha inizio e non ha fine e pertanto esclude l'idea di evoluzione/involuzione.

E' nella sua natura ( ha l'aspirazione) di  essere sempre costante  e uguale a se stesso in tutti i suoi punti.
Può essere energia, può essere campo informazionale. Noi, in quanto enti, ne facciamo parte, siamo esso, l'espressione  fenomenologica di esso, ne siamo una manifestazione.

Poichè è in movimento continuo e costante crea enti/manifestazioni/individui, come il movimento del mare crea le onde insieme all'azione del vento che è la forza del Karma. Il mare è l'acqua, l'elettromagnetismo/luce è il campo/flusso.

Esso è il campo della creazione/creatività/probabilità/possibilità.
Quindi tutto ciò che è suscettibile di creazione in questo campo viene creato, in una costante connessione con se stesso (le onde). Il flusso/movimento è creativo per necessità, non può, cioè, essere altrimenti e il suo suono è armonia universale, concordia, lavoro d'insieme.

Finchè ci sarà movimento ci sarà creazione poichè è nel MOVIMENTO che ogni ente/entità ha la possibilità di scambiare  informazione e può creare qualcosa di radicalmente nuovo.
Per tale ragione si  definisce anche "flusso informazionale".

Ma a un certo punto arrivano LORO!!!!
LA MATRIX perfetta. Immettono il codice, l'nformazione disarmonica,  interrompono il flusso e quindi la connessione.
Ciò che è fermo e statico non può più creare?? e allora vai con la "staticizzazione"…..
Tutto viene volutamente corrotto in modo da tendere alla staticità:

                                     -comportamenti standardizzati 
                 Staticità       -strutture sociali fisse e ripetitive
               Ripetitività     - Lavoro sempre uguale 
                                     -Scelte obbligate     ecc.

          L'energia non circola più.
          Non c'è più scambio.
    Tutto si ammala e si corrode. L'armonia universale si  trasforma in un doloroso stridore.


lunedì 25 gennaio 2010

Una burla: nulla più. Qualsiasi cosa per elevare il piano vibrazionale, va bene qualsiasi cosa ma ci siamo dimenticati delle "risate". Anzi, in verità non ce ne siamo dimenticati ma ce le siamo negate e e ce le stiamo negando. Anzi è stato fatto in modo che ce le auto-negassimo. E' successo così che l'intero universo e' divenuto oggetto di "sola afflizione". "Siate seri!!!" ci hanno sempre ammonito i "padroni del mondo": "la nascita è una cosa seria" " la morte è una cosa seria"
"la vita e una cosa seria" "la malattia è una cosa seria".... e noi, automi semi-meccanizzati, pseudo-ipnotizzati, tele-comandati,virtualmente -microcippati giù, a credere!!!
E' "serio" il lavoro, sono"seri" i figli, sono "seri" i soldi, la "serietà" che ha invaso qualunque cosa in forma esponenziale ci è entrata nel cuore e nella mente fino a diventare strutturale del nostro dna. Una risata corale, gigantesca ,fanciullesca,universale e la vivificante,scintillante luce dorata della divinità tornerà a riaccendersi nelle nostre esistenze.

martedì 24 novembre 2009

Sopra un divano, che, indifferente e mollemente disponibile, contiene la mia pesante perplessità,
continua l'incessante riflessione intorno a un gigantesco "SE".
Quando il pungente desiderio di cambiare il mondo si farà insostenibile mi deciderò: aprirò lo scrigno e tirerò a lucido tutti i tesori, così che la loro luce abbagliante andrà ad illuminare, inondandoli di luccicchii dorati, ogni mente, ogni cuore.
Oggi ho riso. Di una risata semplice pur nella sua ridondanza. Ho riso della "fretta"cialtrona e pagliaccesca; era una risata così profonda che mi veniva da piangere ( forse dopo ho pianto). "Quando mai?", "quando mai?" mi sono detta" abbiamo prodotto tutto questo?"
Andare, tornare, correre, portare, consegnare, comprare, scrivere, telefonare, specchiarsi,mangiare, guardare, ricomprare, ritirare, pagare, ripagare, ritelefonare.......riricomprare......riritelefonare......riripagare.......e il fiato si fa corto e ho la pressione alta!!
Oggi ho guardato tutto questo dall'alto e ho riso "che incredibile stupidità!!!!" mi sono detta "è ora di cambiare il mondo!!!!"